LA STORIA

Il Comune di Grimacco si sviluppa sui due versanti dell’alta valle del Cosizza, in un ambiente floristico incontaminato nel cuore delle Prealpi Giulie.
La storia del Comune presenta un filo conduttore indissolubile con la storia di tutte le Valli del Natisone, da sempre terra di confine, d’incontro, di tensioni e di conflitti tra etnie differenti. Proprio per questo conserva nella sua cultura una ricchezza unica di pratiche e tradizioni popolari, fortemente segnate dai cicli agrari delle colture del mondo contadino di un tempo.
Le incursioni barbariche non risparmiarono questa terra; ne sono oggi testimonianza le splendide chiesette votive di San Martino e di San Mattia, presso Costne, capolavori dell’a rchitettura rurale del XII e XIV secolo costruite sulla sommità dei colli allo scopo di difendere i Grimacesi dai saccheggi di quel periodo.
Con la Repubblica di Venezia, il comune di Grimacco entra a far parte della Banca di Merso, che a sua volta con la Banca d’Antro forma L’Arengo della Slavia. Questa struttura è frutto dell’a mpia autonomia amministrativa e giudiziaria che la Repubblica di Venezia concede agli abitanti delle Valli del Natisone per ricompensarli della loro azione di monitoraggio e difesa dei confini orientali, minacciati dai Turchi.
Dopo il Congresso di Vienna del 1815 il territorio del comune di Grimacco, facente parte del Regno Lombardo Veneto, viene assegnato in amministrazione all’Austria.
 

Soltanto nel 1866 entrerà a far parte, come tutte le Valli del Natisone, del Regno d’Italia.
Il dato triste riguarda l’esodo di Grimacesi, che dopo il II Conflitto Mondiale sono dovuti emigrare all’estero in percentuale elevatissima: soprattutto in Belgio, a lavorare nelle miniere di carbone, e nei Paesi del Sud America (Argentina) ma anche negli Stati Uniti, in Australia e in Canada.
Per capire l’incidenza del fenomeno basti ricordare che, se nel 1961 c’erano 1780 abitanti nel Comune, nel ’71, dieci anni dopo, se ne contavano solo 929.